Ancora protagonisti in Europa e nel Mondo
L’Italia di Berlusconi sarà ancora protagonista, nei prossimi giorni e nelle prossime settimane, sulla scena mondiale. Il Presidente del Consiglio sta per affrontare una serie di appuntamenti sui vari fronti della politica estera, nei quali svolgerà un ruolo fondamentale. E non mancherà di far pesare, come ha sempre fatto, l’importanza dell’Italia, fondatore e terzo Paese più ricco dell’Unione europea, cioè sesto nel mondo. A differenza del passato, quando fragili governi non riuscivano a farci contare sullo scacchiere internazionale per ciò che l’Italia era realmente, Silvio Berlusconi farà valere l’interesse e il prestigio nazionali, forte di un consenso che cresce invece che diminuire (come invece succede normalmente ai governi in carica, nel medio termine), forte della sua esperienza quindicennale di leader e capo di governo, della sua personalità, e di quella “politica del cucù” che sta producendo effetti concreti (come ha dovuto riconoscere il Financial Times in una recente analisi da Roma).
- Unione Europea. Si terrà il 19 novembre il Consiglio Straordinario della Ue. Palazzo Chigi, con una nota ufficiale di qualche giorno fa, aveva annunciato che avrebbe valutato con serietà e responsabilità eventuali candidature italiane per i vertici della Ue (in particolare il riferimento era a “Mister Pesc”, il ministro degli esteri comunitario dopo il rafforzamento di ruoli introdotto dal Trattato di Lisbona). E in un discreto ma convinto scambio di telefonate tra le cancellerie, il governo aveva anche sostenuto ipotesi come quella di D’Alema a capo della diplomazia europea, in quota socialista se alla presidenza andrà un moderato. A Berlino, il premier ha voluto sottolineare che, comunque, l’Italia appoggerà personalità conosciute ed esperte, di lungo corso. Insomma, candidati forti.
- Immigrazione. La lungimiranza italiana nel sottoporre e addirittura imporre ai partner europei il tema dell’immigrazione è dimostrata in questi giorni dall’autocritica svolta in Gran Bretagna dai laburisti al governo. Alan Johnson, ministro dell’Interno, ha dovuto riconoscere nell’imminenza delle elezioni: “Abbiamo commesso molti errori e per un decennio ci siamo chiamati fuori… . È ragionevole aspettarsi dai nuovi migranti l’apprendimento della lingua, l’obbedienza delle leggi e il pagamento delle tasse”. Berlusconi non si stanca mai di richiamare i partner europei alla responsabilità su questo che è un tema cruciale.
- Lotta alla fame nel mondo. Lunedì prossimo, a Roma, il Presidente Berlusconi inaugurerà e presiederà (è atteso anche il Papa) l’Assemblea della Fao, che farà il punto sugli impegni presi al G8 dell’Aquila, G8 tuttora presieduto dall’Italia, per la sicurezza alimentare e lo sviluppo agricolo, contro la fame e l’estrema povertà nel mondo. L’Italia, oltre a ottenere all’Aquila un impegno concreto da parte del G8 di 20 miliardi di dollari in tre anni per lo sviluppo e contro la malnutrizione, ha coinvolto su questo tema altri Paesi e in particolare le grandi economie emergenti, raccogliendo attorno allo stesso tavolo quaranta soggetti internazionali tra Stati e organismi multilaterali. Inoltre, l’Italia tradizionalmente ospita le tre agenzie agro-alimentari delle Nazioni Unite, e è, quindi, impegnata in prima linea nella battaglia per raggiungere gli Obiettivi del Millennio.
- Cambiamenti climatici. A dicembre 2008, l’Italia svolgerà la sua parte anche alla Conferenza mondiale sul Clima di Copenhagen, per la quale ha già fatto molto con i notevoli passi avanti conseguiti a L’Aquila in ambito G8 e poi nel Mef (Major Economies Forum), co-presieduto da Berlusconi e Obama.
- Missione in Israele. Ai primi di febbraio 2010, infine, il Presidente del Consiglio sarà in Israele e parlerà solennemente alla Knesset. Sarà un’altra tappa lungo un percorso che dovrebbe rappresentare il nostro contributo alla ripresa dei negoziati. Nelle ultime settimane e negli ultimi mesi, Berlusconi ha già incontrato a Roma il premier israeliano Netanyahu (che ha scelto l’Italia, significativamente, come primo scalo della sua prima missione in Europa dopo la rielezione) e il Presidente dell’Autorità Palestinese, Abu Mazen, ma anche, più volte, il leader egiziano Mubarak. E di conflitto arabo-israeliano ha parlato con i principali leader impegnati politicamente nell’area, da Mubarak a Sarkozy. L’Italia offre almeno tre “valori aggiunti”. Il primo è la sua collocazione ideale di equilibrio e di amicizia con tutti i protagonisti del conflitto e della possibile, futura pace. Il secondo è la prospettiva concreta del Piano Marshall per la Palestina, sostenuta ormai da tutti a livello bilaterale e multilaterale. Il terzo è l’offerta, non solo simbolica, della splendida Erice come sede della futura conferenza di pace.
[13 novembre 2009]
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