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Italia protagonista nel mondo arabo

foto: berlusconi

Missione riuscita. Il viaggio del Presidente Berlusconi nei Paesi del Golfo ha centrato tutti gli obiettivi. Sono stati tre giorni pieni, densi, secondo una scaletta di incontri che ha compreso le massime autorità di Arabia Saudita e Qatar, oltre a ministri cruciali per il rilancio delle relazioni economiche con l’Italia, per la conquista di mercati nuovi per le nostre imprese piccole, medie e grandi, ma anche per la comprensione delle dinamiche in atto nel Medio Oriente.

  1. Un’altra tappa lungo il percorso della diplomazia commerciale. In Arabia Saudita, Berlusconi ha incontrato il ministro delle Finanze e dell’Economia, grande amico dell’Italia e motore di rinnovamento e modernità nel suo paese. Il premier ha lanciato l’idea di una grande missione di imprenditori italiani, definita “eccellente” dal ministro saudita e sulla quale il dicastero italiano delle Attività produttive e il suo braccio esecutivo, l’Istituto per il commercio estero, sono già al lavoro. Nel 2008, l’Italia è stata il primo partner europeo dell’Arabia Saudita, con un interscambio di 7.5 miliardi di euro, terzo mercato per i prodotti italiani tra i paesi del mondo arabo, dopo Emirati arabi uniti e Algeria. Ma nell’anno in corso la crisi ha determinato un calo ed è stata, quindi, quanto mai opportuna la visita di questi giorni. Accanto al rilancio degli scambi commerciali e alla spinta verso una maggiore presenza delle aziende italiane, Berlusconi ha caldeggiato una forte collaborazione industriale. Novità anche sul fronte della cooperazione culturale e universitaria, che in Arabia Saudita significa non soltanto scambio di studenti e competenze, ma investimenti miliardari. Basti pensare che “l’Università per le Donne”, un progetto voluto dal ministro dell’Economia, sarà una vera e propria città la cui costruzione vale 10 miliardi di dollari.
  2. La scelta del Qatar come seconda tappa (in vista di un’altra missione, in gennaio, nel Golfo, e precisamente negli Emirati arabi uniti) risponde alla necessità di potenziare la presenza italiana in un paese più piccolo dell’Arabia Saudita, ma forse con prospettive addirittura più rosee. Il Qatar, infatti, ha riserve di gas da produrre per 400 anni, se anche raddoppiasse la produzione gliene resterebbero duecento. E il gas rappresenta solo un terzo del prodotto interno lordo qatarino. Un altro terzo è dato dal petrolio. E un terzo, infine, in crescita, dall’immobiliare e dalla finanza. Il Presidente Berlusconi ha incontrato sia l’Emiro che il Primo ministro, quest’ultimo profondo conoscitore dell’Italia. E ha visitato la “Perla”, l’isola artificiale in costruzione che comprende una quarantina di torri, nove isolette private, centinaia di negozi in gran parte italiani e una marina capace di ospitare un migliaio di natanti, il tutto per un valore di oltre 20 miliardi di euro. Una realizzazione che ha profondamente colpito il Presidente per la rapidità con la quale viene portata avanti (i lavori, cominciati nel 2002, si concluderanno nel 2013 ma già adesso l’isola è abitata). In Qatar, l’Italia è interessata soprattutto a partecipare alle grandi commesse per le infrastrutture. Berlusconi ha elogiato la politica di modernità dell’Emirato.
  3. Al di là della “diplomazia commerciale”. Il premier ha potuto confrontare la propria visione della politica internazionale con quella dei leader di paesi che hanno un peso effettivo e un ruolo importante in molte aree calde del pianeta: l’Arabia Saudita rispetto a Somalia e Yemen, e insieme col Qatar rispetto al conflitto israelo-palestinese, alla stabilità di Afghanistan-Iraq e, soprattutto, all’Iran. Si è trattato, insomma, di un viaggio importante, molto utile anche per raccogliere gli umori e le opinioni di osservatori-attori decisivi nella politica mediorientale, in vista anche del viaggio previsto per i primi di febbraio in Israele, dove Berlusconi pronuncerà un solenne discorso davanti alla Knesset.

[24 novembre 2009]
 

 

 
 
 

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