Il ritorno al nucleare è necessario e vantaggioso
Il referendum del 1987, che ha determinato l’uscita dell’Italia dal nucleare, è costato all’Italia oltre 50 miliardi di euro, soprattutto per la trasformazione e lo smantellamento delle vecchie centrali e ha condannato il Paese a pagare l’energia elettrica più della media europea.
IL RITORNO AL NUCLEARE È NECESSARIO PER TRE RAGIONI
- Garantire l’indipendenza energetica, visto che importiamo l’83% dell’energia che consumiamo, spesso da aree geopolitiche insicure ed esposte a rischi, come la “guerra del gas” tra Russia e Ucraina.
- Far pagare meno l’energia elettrica, che oggi paghiamo il 30% in più della media europea e il 50% in più della Francia, che ricava dal nucleare il 75% della propria elettricità.
- Salvaguardare l’ambiente e combattere il cambiamento climatico, visto che il nucleare è una fonte pulita che non emette gas con effetto serra. E’ urgente ridurre le emissioni di gas serra perché dal 2012 pagheremo multe salate, fino a un miliardo l’anno, se non riusciremo a ridurre le nostre emissioni entro i limiti europei.
I VANTAGGI ECONOMICI DEL NUCLEARE
Il nucleare è vantaggioso, secondo Enel, con un prezzo del barile di petrolio a 55-60 dollari, mentre oggi il petrolio è a 70-80 dollari ed è destinato ad aumentare con il rafforzamento della ripresa economica: va ricordato che nel luglio 2008 il barile di petrolio ha raggiunto il record di 154 dollari a barile. E’ vero che il nucleare richiede alti investimenti iniziali, perché il costo di una centrale è attorno a 4-5 miliardi, ma poi produce energia elettrica a prezzi inferiori a quelli di tutte le altre fonti energetiche per diversi decenni. Va sottolineato che il prezzo del petrolio si trasferisce per il 70% nel prezzo dell’elettricità, mentre il prezzo dell’uranio incide solo per il 10% sul prezzo dell’elettricità da nucleare.
[18 febbraio 2010]
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