Contro la crisi globale e la speculazione: l'Italia ha indicato la via
Ogni volta che si è presentata una crisi, dalla prima apparizione delle turbolenze finanziarie nell’autunno 2008 sino al fallimento dell'azienda-Grecia e all’attacco della speculazione contro l’euro del maggio 2010, l'Italia di Berlusconi ha saputo indicare la strada da subito, anche in contrasto con partner poco attenti o poco determinati, e in seguito ha saputo agire con abilità diplomatica per catalizzare l'accordo tra tutti i leader occidentali sulle misure da prendere.
Il premier Berlusconi è riuscito a convincere gli altri leader a:
- Soccorrere le banche statunitensi ed europee nel momento in cuii risparmiatori rischiavano di veder andare in fumo i loro risparmi (e questo, nonostante il sistema bancario italiano fosse al sicuro dai titoli tossici)
- Tenere in ordine i conti pubblici nel momento in cui la tentazione era quella di investire per favorire la crescita: la stabilità dei conti è fondamentale per rassicurare i mercati
- Sviluppare una politica di coesione sociale (il motto del G8 del 2009 era “People first”) fondata su più estesi ammortizzatori sociali e incentivi per sostenere le famiglie (e quindi il consumo) e per salvare le imprese più colpite dalla crisi
- Ottenere che l’Unione Europea non lasciasse fallire la Grecia sotto i colpi della speculazione
- Convincere i Paesi europei a varare il piano da 750 miliardi di euro per mettere gli altri Paesi al sicuro da eventuali altri attacchi speculativi
- Introdurre nelle nuove regole di finanza pubblica comunitaria il concetto di debito “allargato”: la solidità di un paese si valuta non solo per il suo debito pubblico, ma anche tenendo contodell’indebitamento dei privati.
Si tratta di una serie di risultati importanti che non solo hanno ribadito il ruolo da protagonista del nostro Paese ma soprattutto hanno impedito che le due crisi globali, quella finanziaria del 2008 e quella speculativa del 2010 attaccassero i risparmi dei cittadini, facessero ancora più danni alle imprese e producessero una disoccupazione molto più estesa.
[30 luglio 2010]
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