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Il Ministro Alfano sull'amministrazione della giustizia

foto: gioacchino alfano“Tanto abbiamo fatto in questi due anni e mezzo di governo ma riconosco tuttavia che non c'e' ancora stata quella riforma radicale del sistema giustizia che pure in quest'anno avevamo intenzione di fare”. Lo afferma il ministro della Giustizia Alfano nel corso della relazione annuale sullo stato della giustizia presentata prima al Senato e poi alla Camera.Alfano chiarisce che “lo hanno impedito l'evoluzione del quadro politico nel secondo semestre dell'anno appena trascorso e le tensioni dell'ultima parte del 2010 che hanno ritardato la presentazione in Parlamento di una serie di proposte di legge che continuiamo a sostenere per perseguire gli obiettivi dell'efficienza del sistema giudiziario. Non abbiamo certamente rinunciato alle nostre idee. E in questa sede propongo un'agenda alternativa che ritengo possa essere ampiamente condivisa e che vede tra gli obiettivi da raggiungere lo smaltimento dell'arretrato civile, la riforma della magistratura onoraria, la riforma delle associazioni no profit, senza abdicare però sulla riforma delle intercettazioni e su quelle costituzionali, ma quelle non ritengo che possano essere ampiamente condivise”.

E continua a spiegare che i processi di riforma nell'ambito della giustizia “sono ostacolati fisiologicamente dalla complessità, da difficoltà economiche e di bilancio e dallo schema di un bilancio troppo rigido e patologicamente da un clima di eccessiva polemica politica, da sospetti e reticenze all'innovazione che promanano anche dal sistema giudiziario che in sue numerose componenti appare arroccato nella difesa dell'esistente”.
La relazione sullo stato della giustizia presentata dal Guardasigilli evidenzia che per la prima volta, negli ultimi trent'anni, è calato il numero delle cause arretrate nel settore civile: il 4 per cento in meno dei fascicoli. In particolare, quelli arretrati nel settore civile, alla data dello scorso 30 giugno, sono stati pari a 5.600.616, mentre il precedente rilevamento, datato al 31 dicembre 2009, ne contava 5.826.440, cioè 223.824 cause pendenti in meno.
Il ministro commenta così questi numeri: “è questa la più gradita sorpresa, che però non deve essere considerata ne' occasionale, ne' fortuita, ma frutto delle riforme nel processo civile, dell'innovazione informatica e della disciplina che ha semplificato l'adempimento delle spese di giustizia. Si tratta di un dato più roseo di ogni aspettativa in un contesto nel quale già il semplice non aumento dell'arretrato poteva essere considerato positivamente''.
Alfano ribadisce poi che il governo considera ''decisiva la battaglia per potenziare l'efficienza del sistema giustizia'' e elenca altri dati con i risultati raggiunti: gli uffici ispettivi del ministero della Giustizia hanno condotto, nel 2009, 58 ispezioni negli uffici giudiziari e hanno aperto 16 inchieste a seguito all'emergere di comportamenti scorretti da parte dei magistrati.
Il Guardasigilli ha esercitato 59 procedimenti disciplinari nei confronti dei giudici e chiarisce di avere esercitato l'azione disciplinare ''soprattutto nei casi di gravi e reiterati ritardi nel deposito delle sentenze che possono determinare anche deplorevoli scarcerazioni''.
È diminuito, inoltre, del 17 per cento l'ingresso dei minori nei centri di prima accoglienza, rispetto al 2008 e Alfano spiega che questo ''e' un effetto positivo del controllo dei flussi dell'immigrazione fortemente voluto dal governo. Il decremento si riferisce ai minori stranieri provenienti dal bacino del Mediterraneo”.

Il testo completo della relazione del ministro della Giustizia

[19 gennaio 2011]

 
 
 

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