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Manovra finanziaria: principali obiettivi ed interventi

foto: tremontiGli obiettivi della manovra:

  • Ottemperare ad un obbligo europeo, previsto dalle nuove regole su debiti e deficit pubblico per mettere al riparo le finanze di tutti i paesi Ue e dell’Eurozona.
  • Queste regole chiedono – a tutti, non solo all’Italia – manovre di aggiustamento da qui al 2014. Dopo quella data, e sulla base della condotta dei singoli paesi, i governi europei valuteranno se e come far scattare le clausole automatiche di rientro dai debiti che non mostrassero una evidente tendenza alla discesa.
  • L’entità della manovra decisa dall’Italia è, a regime (cioè tenendo conto degli effetti cumulati), di 40 miliardi nel 2014. In particolare, 2 miliardi quest’anno, 6 nel 2012, 20 nel 2013, 40 nel 2014.
  • Queste cifre non vanno sommate, perché di anno in anno incorporano l’effetto del periodo precedente. Il saldo finale è quindi di 40 miliardi.
  • Parte della manovra verrà dal disegno di legge delega sul riassetto del fisco e della previdenza: si tratta di 14,7 miliardi calcolati al 2014, due dei quali dell’anno prima.
  • La delega avrà come obiettivo di razionalizzare, eliminare dove non ha giustificazione, trasferire sotto il comparto assistenza anche con la collaborazione della sussidiarietà privata – secondo il modello migliore individuato, quello del Trentino – parte della selva di 476 agevolazioni fiscali, che oggi incidono ogni anno per 164 miliardi. Ed alle quali evidentemente non tutti hanno diritto.
  • Poiché i risparmi derivanti dalla delega sono parte integrante della manovra, il governo si riserva una clausola di salvaguardia per i conti pubblici: qualora la delega non venisse approntata o approvata in tempo, interverrà per ottenere lo stesso gettito con tagli automatici che potrebbero arrivare al 15 per cento.
  • La legge delega sul fisco servirà non solo a finanziare la manovra, ma soprattutto ad avviare la riforma fiscale. Questa prevederà tre sole aliquote in luogo delle cinque attuali, e più basse delle esistenti. Saranno del 20, 30 e 40 per cento: oggi partono dal 23 e arrivano al 43. I tributi si ridurranno a soli cinque. L’Irap verrà progressivamente azzerata; mentre sull’Iva del 10 e 20 per cento saranno possibili aumenti selettivi di un punto.
  • Il principio ispiratore della riforma fiscale, la più ampia e ambiziosa del dopoguerra, è ridurre le tasse ampliando la base imponibile. In questa maniera si ottengono due risultati: lasciare più soldi nelle tasche dei cittadini lasciando che siano poi loro a stabilire che cosa farne, e ridurre l’evasione e l’elusione fiscale.

Conti pubblici

  • Al termine del quadriennio 2011-2014 l’Italia raggiungerà il sostanziale pareggio di bilancio (deficit allo 0,2%), un risultato storico. Le tappe intermedie sono: deficit al 3,9% nel 2011 (già ampiamente acquisito), al 2,7 nel 2012, all’1,5 nel 2013, allo 0,2 nel 2014.
  • Poiché fin dall’inizio della crisi il governo ha sistematicamente colto risultati migliori rispetto a quanto si era impegnato con l’Europa, attenendoci a questa tabella di marcia non ci sono dubbi che l’Italia potrà presentarsi con conti assolutamente ineccepibili anche rispetto ai maggiori paesi europei.
  • La manovra sarà costituita in grandissima parte da minori spese. Cinque miliardi verranno dai ministeri, 5 dalla sanità, 1,09 dalla previdenza, 6,4 da regioni ed enti locali, 0,57 dal pubblico impiego.
  • Le maggiori entrate incideranno solo per 5,76 miliardi: poco più di un quinto, delega esclusa.
  • Preliminare a tutto sarà il taglio ai costi della politica. Che si può così sintetizzare: un altro 10%, in aggiunta al 20 già attuato, verrà dalla riduzione di indennità e rimborsi a qualsiasi titolo dei parlamentari nazionali. In base alla Costituzione, esso deve essere attuato in autonomia da Camera e Senato. Successivamente per tutti gli altri eletti di ogni ordine e grado – dai parlamentari europei a quelli nazionali, ai consiglieri regionali, provinciali, comunali e locali – scatterà un livellamento automatico agli equivalenti europei. Esso verrà calcolato di anno in anno sulla base di dati Istat ed Eurostat e garantiti da una commissione composta da quattro esperti indipendenti, che agiranno gratuitamente. La stessa norma varrà per tutti gli enti o gli organismi nazionali, agenzie e Consob incluse. Auto e voli blu spetteranno di diritto solo al capo dello Stato, al presidente del Consiglio, ai presidenti di Camera e Senato e della Corte costituzionale. Per tutti gli altri si farà riferimento alla disponibilità di un parco auto centralizzato, gestibile anche in leasing secondo la pratica delle flotte aziendali, ed il loro utilizzo sarà pubblicato su internet. La cilindrata non potrà superare i 1.600. Eccezioni verranno consentite solo per motivi di accertata sicurezza (auto blindate) convalidati dagli organi di polizia.

[08 luglio 2011]

 

 
 
 

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