Ridare sicurezza alle nostre città
Rispondere alla domanda di sicurezza che viene dai cittadini, con norme di diritto e azioni preventive e repressive delle forze dell’ordine, per riaffermare la sovranità della legge sul territorio. Questo è uno dei compiti fondamentali che il governo si è dato, consapevole che la prima regola della democrazia dice che la sicurezza è sinonimo di libertà, e che è proprio sulla tutela della sicurezza individuale che si fondano il patto di unione dei cittadini con le istituzioni e la stessa legittimazione del potere pubblico. Il 23 maggio 2008, pochi giorni dopo il suo insediamento, il governo Berlusconi ha varato un decreto legge e un disegno di legge per intervenire su tre fronti: sicurezza nelle città, contrasto alla malavita organizzata, blocco dell’immigrazione clandestina. Questi sono stati i primi di una serie di interventi e di iniziative che
hanno dato il segnale di una inversione di rotta, dopo due anni di inerzia da parte del governo della sinistra.
OPERAZIONE “STRADE SICURE”. PATTUGLIE MISTE ESERCITO - FORZE DELL’ORDINE
Dal 4 agosto 2008, 3.000 militari affiancano le forze di polizia e i carabinieri nelle grandi città, nel pattugliamento dei quartieri a rischio e nella vigilanza di obiettivi sensibili e dei centri di permanenza temporanea per immigrati clandestini. La presenza dei militari ha “liberato” per compiti operativi 1.147 operatori delle forze di polizia, ha reso più visibile e concreta la presenza dello Stato, ha dato più sicurezza ai cittadini.
Il 26 giugno 2009 il governo ha aumentato di altre 1.250 unità il numero dei militari impegnato in questa attività e ha prorogato di un anno il loro impiego in questo servizio che ha garantito una efficace prevenzione e repressione dei reati di strada, che sono diminuiti del 40% nelle zone pattugliate. Grazie all’aumento dei militari in campo, questo servizio sarà esteso in altri quartieri e in altre città. Grazie ai miglioramenti organizzativi resi possibili dall’esperienza accumulata finora, ciò avverrà senza altri oneri per lo Stato.
SICUREZZA NELLE CITTÀ. PIÙ POTERI AI SINDACI
Il governo ha ampliato i poteri dei sindaci di intervento, prevenzione e contrasto dei reati, affidando loro un ruolo da protagonisti nel garantire la sicurezza sul territorio. In sinergia con polizia e prefetti, i sindaci ora possono intervenire in situazioni urbane di degrado quali:
- spaccio di stupefacenti, sfruttamento della
- prostituzione, violenza legata all’abuso di alcol;
- danneggiamento al patrimonio pubblico e privato;
- incuria, degrado e occupazione abusiva di immobili;
- abusivismo commerciale e illecita occupazione di suolo pubblico;
- prostituzione in strada e accattonaggio molesto.
Il sindaco potrà segnalare alle autorità preposte glistranieri irregolari da espellere e implementare sistemidi videosorveglianza in luoghi aperti al pubblico.
PIÙ COOPERAZIONE TRA POLIZIA LOCALE E FORZE DELL’ORDINE
È stata rafforzata la cooperazione tra la polizia municipale e le forze dell’ordine. La polizia municipale partecipa ai piani coordinati di controllo del territorio, anche per i servizi di prevenzione e repressione dei reati nelle situazioni di flagranza, e può accedere allo schedario sui veicoli rubati e sui permessi di soggiorno.
CENTRO NAZIONALE ANTICRIMINE INFORMATICO
Si tratta di una struttura all’avanguardia in Europa, che protegge dagli attacchi informatici le infrastrutture più critiche, dalle quali dipendono l’erogazione di servizi fondamentali per i cittadini quali acqua, luce, gas.
PENE PIÙ SEVERE PER CHI SFRUTTA I MINORI PER L’ACCATTONAGGIO
Chi sfrutta bambini e ragazzi fino a 14 anni per l’accattonaggio è punito con una pena fino a tre anni di carcere. Se è un genitore perderà anche la patria potestà.
VOLONTARI PER LA SICUREZZA
I cittadini che vogliono collaborare al pattugliamento del territorio possono associarsi in gruppi di volontari. Questi gruppi, con precedenza per quelli formati da ex appartenenti a forze dell’ordine, agiranno d’intesa con i sindaci e con i prefetti. Essi saranno disarmati e potranno segnalare alla polizia situazioni di degrado o di pericolo per la sicurezza. Le polemiche sulle cosiddette “ronde” sono pretestuose.
Le città diventano più sicure se c’è controllo e presidio del territorio. Far partecipare a questa attività anche i cittadini che lo desiderano, sotto il controllo della polizia, migliora la prevenzione dei reati.
GIRO DI VITE CONTRO LA VIOLENZA SESSUALE
In presenza di gravi indizi di reato e di esigenze cautelari non sarà più possibile concedere gli arresti domiciliari agli stupratori. Chi è arrestato in fragranza di reato sarà processato per direttissima, per dare una immediata risposta alla domanda di giustizia delle vittime.
Chi commette un omicidio inerente a una violenza sessuale sarà condannato all’ergastolo. Le vittime di violenza avranno il patrocinio gratuito, non saranno più costrette a pagare le spese processuali. È stato incrementato il fondo per sostenere i centri anti-violenza, che svolgono un ruolo fondamentale di sostegno fisico e psicologico delle vittime.
LE MOLESTIE (STALKING) ORA SONO REATO
Il decreto antiviolenza di febbraio ha inserito nell’ordinamento il reato di molestie (stalking). Lo stalking consiste nel porre in essere minacce reiterate e molestie con atti che creano nella vittima un perdurante stato di ansia, paura, timore. Sono previste sanzioni per gli episodi di molestie e minacce reiterate, per evitare che possano degenerare in atti più gravi: le pene vanno da 6 mesi a 4 anni, con aggravanti se il reato è commesso da un ex partner o ai danni di soggetti particolarmente deboli. La vittima può inoltre rivolgersi al questore, il quale può “ammonire” il colpevole e imporgli il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa.
LEGGI ANTISTUPRI
Il 14 luglio la Camera ha approvato in prima lettura il disegno di legge contro gli stupri, un ulteriore passo in avanti nell'azione del governo a tutela della sicurezza delle donne. Il testo approvato prevede un inasprimento delle pene per gli stupratori: da un minimo di 6 a un massimo
di 12 anni (prima era da 5 a 10 anni). Inoltre sono inasprite le aggravanti (il massimo della pena passa da 12 a 15 anni) per gli stupri di gruppo, su minori o nei luoghi di lavoro. Se la violenza è commessa su bambini di età inferiore ai dieci anni il massimo della pena è portato a 16 anni di carcere.
DISEGNO DI LEGGE CONTRO LA PROSTITUZIONE
Il governo ha varato un disegno di legge per colpire chi sfrutta il mercato del sesso e liberare dalla schiavitù migliaia di donne. La prostituzione in strada o in luogo pubblico diventa reato: prostitute e clienti rischiano l’arresto o ammende da 200 a 3.000 euro. Per chi sfrutta la prostituzione minorile, pene da 6 a 12 anni di carcere e multe da 15.000 a 150.000 euro. È previsto anche il rimpatrio assistito per prostitute immigrate clandestine. Per colpire più a fondo le organizzazioni criminali, si introduce il reato di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione. A fine maggio 2009 i dati della polizia indicano che la prostituzione in strada si è ridotta del 75% nei comuni dove i sindaci hanno usato i nuovi poteri per la sicurezza a loro disposizione.
[31 luglio 2009]
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