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"E' necessario collegare apprendistato e lavoro" dice il Ministro Sacconi

foto: cliclavoroMinistro Sacconi, una delle eredità meno gradite dellacrisi internazionale è l'impatto negativo sul mondo del lavoro. Adifferenza dialtriPaesi, l'Italia ha sofferto meno questo problema: il nostro tasso di disoccupazione è inferiore alla media europea. L`Italia ha una crescita più bassa ma l`occupazione - in generale, poi vedremo che le eccezioni non mancano - tiene. Come lo spiega?

«Buona parte del merito è da ascriversi al nostro sistema di ammortizzatori sociali. Tanto è vero che la cassa integrazione ci è stata invidiata nel resto d`Europa, dove l`assenza di questo strumento ha reso più automatici i licenziamenti. Effettivamente il tasso di disoccupazione è sceso meno proprio laddove esistono strumenti di questo genere come in Germania. Ciò perché la prima preoccupazione deve essere la conservazione del posto di lavoro, anche a discapito (parzialmente e temporaneamente) del reddito. Allo stesso tempo le imprese hanno potuto mantenere la loro capacità produttiva, pronte a ripartire con le nuove opportunità offerte dallaripresa».

Il cuore del problema è la disoccupazione giovanile. Qui i dati sono molto meno incoraggianti. Il tasso di disoccupazione giovanile, in base alle cifre dell`Istat del luglio scorso, è pari al 27,2 per cento, con punte molto più elevate nel Mezzogiorno. Un`indagine dellaConfartigianato stima nel 29,6% i senza lavoro fragli"under 35". In questo caso siamo la maglia nerain Europa. Che impressione le fanno queste cifre?

«Sono dati certamente preoccupanti. Ad agosto, insieme alle colleghe Gelmini e Meloni, ho presentato i risultati aggiornati delle politiche in atto per i giovani (si tratta di oltre un miliardo speso nell`ultimo anno). Nella settimana scorsa è stato firmato dal presidente della Repubblica il Testo Unico dell`apprendistato. L`altro giorno ho firmato un decreto che coinvolge attivamente scuole e università nelle attività di orientamento e collocamento in modo da indirizzare i percorsi educativi sui reali fabbisogni del mo segue a pagina 32 rido del lavoro. La risposta fondamentale consiste infattinell`integrazione tra apprendimento e lavoro, proprio ciò che non hanno fatto le politiche dell`educazione e del lavoro successive ai disastrosi anni Settanta».

Appare evidente quanto sia difficile il passaggio dalla scuola al lavoro. In Germania, dove la disoccupazione giovanile è molto bassa, si fa larghissimo uso dell`apprendistato. NeiPaesianglosassoni funzionano sistemi di job placement. In Italia che cosa non va?

«Non funziona la transizione scuola-università-lavoro. Sono tre mondi a sé stanti, che non si parlano. Nei paesi di lingua tedesca, dove si è affermato il sistema duale di formazione professionale, incentrato sull`apprendistato, i tassi di disoccupazione giovanile sono sensibilmente inferiori ai nostri. Per questo la recente riforma del contratto di apprendistato sposa quel modello, semplificando e rendendo fruibili tutte e tre le tipologie di apprendistato. Per fare avvicinare formazione e lavoro abbiamo anche obbligatole scuole e le università a conferire i CV dei propri studenti al neonato portale del lavoro www.cliclavoro. gov.it, proprio per rendere più semplice il contatto tra i giovani e le imprese. Non si dimentichi che nonostante la crisi e nonostante gli elevati tassi di disoccupazione, ogni anno più di 120mila posti di lavoro rivolti ai giovani non vengono coperti perché le imprese non trovano persone interessate. Purtroppo una certa cultura ancora condiziona le scelte dei giovani, che talvolta si trascinano in per- corsi formativi deboli ed eccessivamente teorici, magari umiliando la propria "intelligenza nelle mani" che potrebbe con successo far loro frequentare un corso professionale (che ha certamente la stessa dignità di un diploma liceale) con tassi di successo occupazionale ben più elevati».

Si sta diffondendo uno scoraggiamento fra molti giovani, diplomati ma anche laureati, di fronte all`uso abnorme di stages non retribuiti da parte delle aziende. Appare anche eccessivo l`utilizzo dei contratti atipici. Come si può superare questa situazione?

foto: sacconi«Il rilancio dell'apprendistato impone necessariamente un intervento restrittivo sui tirocini, diventanti, soprattutto nella crisi, un'inadeguata alternativa a questo contratto di lavoro. La manovra estiva è stata l`occasione per questo intervento, senzadimenticare che la competenza in materia è delle Regioni che tuttavia, salvo poche eccezioni, non hanno fin qui provveduto a una disciplina organica degli stage. L`articolo 11 della manovra detta orauna disciplina di cornice dei tirocini chiarita anche da una recente circolare delmio Ministero.I tirocini formativi e di orientamento sono ora proponibili aneolaureati e neodiplomati entro un anno dalla laurea per una durata massima di sei mesi, proroghe comprese. Dopo que sti termini l`impresa chevoglia trattenere un giovane dovrà offrirgli un contratto di lavoro. La possibilità ora consentita di accordi aziendali o territoriali in deroga ai contratti collettivi di lavoro e allo stesso Statuto dei lavoratori offre alle parti sociali strumenti per incoraggiare la stabilizzazione dei contratti atermine o la stabilizzazione dei contratti a progetto in rapporti dilavoro atempo indeterminato. Magari consentendo, per un certo tempo, la sostituzione della reintegrazione obbligatoria con un adeguato indennizzo nel caso di risoluzione contestata del rapporto dilavoro. Le imprese supererebbero in questo modo il principale freno inibitorio rispetto alle assunzioni stabili».

Ministro Sacconi, la ripresa è in dubbio. Il governo ha una strategia per evitare che la situazione del mondo del lavoro possa aggravarsi?

«Oltre alle misure già ricordate, il governo con l`articolo 8 della recente manovra, il cui successo è affidato alle parti sociali, vuole contrastare i bassi tassi di occupazione, l`abnorme dimensione del lavoro sommerso, il nanismo produttivo e la combinazione infelice di bassi salari, bassa produttività, elevato costo dellavoro perunità di prodotto. Perriuscire nell`impresa è necessario costruire un regime regolatorio semplice, flessibile, adatto alle diverse condizioni di impresa e di lavoro, dalle aree depresse, ai settori saturi, alle aziende in crisi, ai rapporti precari. La norma sulla contrattazione di prossimità inserita in manovra recepisce e sostiene quelle nuove relazioni industriali che nelle aziende e nei territori si sono prodotte negli ultimi anni. Lanuova dimensione competitivaha dato luogo a contratti aziendali attraverso i quali le parti si sono reciprocamente adattate per obiettivi comuni in termini di investimenti, pieno impiego degli impianti, occupazione, incrementi retributivi. L`articolo 8 è quindi una norma sostanzialmente orientata alla crescita e alla produttività. Può avere effetti espansivi diventando strumento di uno scambio virtuoso lavoratore/ datore di lavoro per elevata produttività e maggiore e migliore occupazione».

[30 settembre 2011]

 
 
 

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