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Ecco come e perchè le riforme e il buon governo rilanciano l'economia

Una riflessione: è chiaro che operano intensamente delle potenti lobbies, che lavorano contro la corretta informazione sullo stato della nostra economia e hanno la finalità di denigrare su tutto e di più con la precisa strategia di rendere inefficace lo spirito di grande intraprendenza, senso di appartenenza e capacità di sacrificio del nostro paese. Essi sono convinti che parlar male dell’Italia, prevederne sciagurati destini giovi alla loro bottega politica e alle loro carriere personali. Il risultato si scontra con le loro disgraziate speranze. Cresce invece la popolarità di Berlusconi e la fiducia riscossa dal premier e dal suo governo. La realtà è che i fatti e non parole, esprimono una coincidenza di intenti tra cittadini e governanti, tra popolo e leader. Tutto questo ha riflessi sulla volontà di ripresa, sulla disponibilità ad accogliere provvedimenti e persino sacrifici, protesi a superare le difficoltà. Il fatto vero, che in Italia questa operazione di disinformazione non riesca, nonostante le energie profuse da molti poteri ideologici e finanziari, la dice lunga sulle capacità pratiche e la credibilità carismatica di Berlusconi, ma anche sulla voglia di ripresa degli italiani.

Tutto questo comincia a riflettersi nell’economia reale. Vengono diffusi dati sul calo della produzione industriale negativi e vengono enfatizzati sempre per deprimere il Paese. Ma è il lascito di mesi duri, i più difficili da quando è partita dall’America l’onda lunga della crisi finanziaria trasformatasi in affanno e recessione globale. I dati si riferiscono appunto a stagioni già passate. Questo inverno, non c’era bisogno di essere degli esperti di statistica o agenti della polizia stradale per rendersi conto di un calo cospicuo nel traffico dei Tir su strade e autostrade. A partire dalla Pasqua c’è stata un ribaltamento della tendenza. I camion intasano le tangenziali e i raccordi, i week end vedono milioni di famiglie mettersi in movimento, mostrando di aver ritrovato la voglia di consumare, di trasferire i risparmi dalla banca al mercato dei beni. Le banche italiane cominciano sia pure timidamente (troppo timidamente!) a riaprire i canali del credito; proprio le banche italiane che uniche nel panorama mondiale hanno evitato fallimenti, e sia per la loro conduzione meno avventurosa e temeraria delle omologhe anglosassoni, ma anche francesi, spagnole, olandesi e tedesche, ma anche per le scelte tempestive di Berlusconi e Tremonti che hanno sventato qualsiasi corsa agli sportelli dei cittadini.

La concertazione al G20 di Londra, con l’accordo tra Usa, Unione Europea, Russia e Cina, dove in primo piano si sono fatte valere le proposte del nostro premier e la sua capacità di stabilire ponti tra i leader, sta dando frutti. Sono i primi segnali positivi dopo la gelata, che le nebbie si stanno lentamente diradando, il peggio è passato. E il coraggio oggi di Marchionne, la sua capacità propositiva fuori dall’orto nazionale, sono supportate ad ogni livello da questo governo, che può permettersi di farlo proprio in presenza di una popolarità unica per un governo occidentale.

Le borse stanno uscendo dalla fase dell’Orso e si intravede l’azione del Toro, che fa crescere le quotazioni. Anche qui: i primi positivi risultati.
In questo quadro è necessario pensare a riforme strutturali permanenti. Senza chiasso, qualcuna s’è intrapresa: quella della giustizia civile ha un’importanza formidabile; quando sarà a regime permetterà quella rapidità di decisioni, quella certezza nel diritto senza cui non ci sono investimenti dall’estero, e senza cui molte aziende sono nelle mani di chi gioca sulla farraginosità dei meccanismi giurisdizionali. Anche la riforma della sicurezza ha riflessi positivi sul sistema, così come la lotta alla criminalità organizzata che nel Napoletano ad esempio non soffoca più la raccolta dei rifiuti. La sburocratizzazione e l’efficienza dell’amministrazione pubblica vedono applicati con successo gli sforzi del ministro Brunetta.

Si tratta presto di mettere ulteriormente mano a scuola e università, per renderli più competitivi e più idonei a fornire cervelli e quadri per il bene del sistema Paese.  Quanto alle riforme del Welfare e delle pensioni: saggia è la scelta di non metterci mano ora, che già tante preoccupazioni pesano sulle famiglie. Ma intanto occorre prepararsi. Questo governo farà molte cose. Intanto occorre curare i risultati positivi, e il primo modo è diffondere fiducia.

 

Giampiero Cantoni
* senatore del PdL Presidente della Commissione Difesa

[13 maggio 2009]

 

 
 
 

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