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Rilanciare il Paese. I fatti positivi del governo

Si può esserne certi: se lanciassimo un sondaggio su quanto queste chiacchiere di carta che stanno invadendo le prime pagine dei giornali interessano alla gente, otterremmo un risultato di poco superiore allo zero.

foto: lavoratoreAl contrario, ora che settembre è arrivato - il temutissimo settembre che si temeva portasse gli strascichi devastanti della crisi economica – abbiamo già una quantità di fatti positivi del governo, e di buone notizie sul fronte economico.
Fatti e chiacchiere: che cosa è più importante? Andiamo sui fatti.

  • L’Italia sia uscendo dalla crisi economica. Lo certificano l’Ocse e la Banca centrale europea. Lo farà prima del previsto e nel gruppo di testa dei maggiori paesi d’Europa. Per la prima volta le stime del nostro Pil sono riviste in meglio: a fine 2009 la contrazione non sarà del 5,5%, ma del 5,2. Ma ciò che più conta è che nel secondo trimestre dell’anno (dunque già ben prima di questa svolta positiva) la frenata si era sensibilmente ridotta: meno 0,5, rispetto al meno 2,7 dei primi tre mesi. Ancora più ottimista la Bce: nel 2010 l’economia della zona euro, che era prevista tra un meno 1,0 e un più 0,4%, passa ad un più 0,9. Si tratta ancora di una ripresa timida, ma pur sempre di ripresa. E se paragoniamo questi decimali di segno più a quelli di segno meno di quest’anno, abbiamo una variazione in meglio di almeno cinque punti.
  • Ossigeno dunque per la nostra economia e per i conti delle famiglie. La terapia del governo, che ha seguito ogni giorno la situazione prendendo via via i provvedimenti del caso, ne esce confermata. Così come l’azione di stretto coordinamento con i maggiori partner europei. Oggi Tremonti ed i suoi colleghi economici di Germania, Francia, Spagna, Lussemburgo, Olanda e Svezia pubblicano un piano d’azione comune in vista del vertice di Pittsburgh del 20 settembre, nel quale dovranno essere fissate nuove regole per l’economia. A cominciare dai vincoli alle banche e dal tetto ai bonus dei loro dirigenti, causa di molte scelte sbagliate degli anni scorsi, oltre che di iniquità.
  • foto: BerlusconiL’indice di fiducia di famiglie e imprese è virato al bello, oltre le aspettative degli esperti. Il 27 agosto ed il primo settembre l’Isae, organismo pubblico e indipendente, hanno rilevato come sia i cittadini sia le aziende prevedano mesi futuri decisamente migliori del passato e guardino con ragionevole ottimismo all’avvenire.
  • La linea del governo “non lasceremo indietro nessuno” ne risulta dunque confermata. La soddisfazione è legittima; eppure nessuno, da Palazzo Chigi in giù, si abbandona alla propaganda né canta vittoria.
  • Sulla stessa linea va inquadrata la decisione presa ieri al Consiglio dei ministri di garantire il futuro ai precari della scuola. Ricordiamo i termini della questione: l’emergenza riguarda circa 10 mila insegnanti; a gonfiare gli organici con assunzioni senza senso (ben 125 mila docenti entrati nelle graduatorie ed altrettanti chiamati a supplenze brevi senza aver superato i concorsi!) è stata negli anni passati la sinistra; la riforma – che non solo riduce le spese che paghiamo tutti noi ma abolisce una babele di corsi sperimentali a favore di nuovi indirizzi più razionali – comporterebbe per quest’anno una momentanea contrazione di organico. La decisione: in attesa che dal prossimo anno un numero equivalente di insegnanti lascino il posto, ai precari saranno garantiti priorità nelle supplenze, corsi di formazione ed un sussidio dell’Inps. Insomma, i 12 mesi potranno essere superati senza scosse economiche e sociali. Dario Franceschini potrà scendere dal tetto. A meno che non si voglia strumentalizzare un allarme inesistente.
  • Ieri ha preso ufficialmente il via anche il piano casa per costruire nei 100 capoluoghi di provincia altrettanti quartieri residenziali da destinare a basso prezzo alle giovani coppie e alle famiglie disagiate. Contemporaneamente decolla il piano per la cessione a chi ne ha bisogno delle case popolari.
  • In Abruzzo gli sfollati hanno cominciato a trasferirsi dalle tendopoli ai nuovi alloggi – confortevoli, sicuri e moderni – come il governo aveva promesso. Entro la fine dell’autunno tutti avranno un tetto come si deve. Una ricostruzione a tempo di record: scandali come quello del Belice, dell’Umbria, dell’Irpinia, con questo governo non si sono neppure immaginati.
  • Il piano per fronteggiare l’eventuale epidemia di influenza A è pronto. Sia le strutture sia i vaccini, sia nuove terapie d’avanguardia, tutto è già disponibile. Senza allarmismi, e senza rinvio dell’anno scolastico.

Questi sono i fatti, i primi in appena quattro giorni di settembre. Eppure, se sfogliamo i giornali, le prime sei, sette, addirittura dieci pagine sono occupate dalle chiacchiere di carta. Il caso Boffo, la protesta dei portavoce dell’Unione europea, il consueto codazzo della “stampa straniera”, perfino l’appello degli economisti contro le critiche che Tremonti aveva mosso loro al meeting di Rimini. A leggere solo quest’ultimo (“continueremo a far sentire la nostra voce, il governo non ci intimidirà!”), sembra che siamo all’emergenza democratica, alle leggi razziali. Eppure che cosa aveva detto, con ironia, Tremonti, e prima di lui Berlusconi? Che non ne hanno azzeccata una. È un dibattito che per esempio negli Usa divampa da mesi: solo da noi si traduce in un caso, l’ennesima denuncia di “regime”.

Chiacchiere, carta e fatti. Passano i mesi, ma il vizietto della sinistra non cambia. Ma la gente, oggi come tre mesi fa, ha gli occhi per vedere e la testa per capire.

[4 settembre 2009]
 

 
 
 

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